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Li hai fatti i compiti? (considerazioni sull’autotrattamento)

immagine da guidasalute.it
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di Renzo Spanu
La parola “autotrattamento” va a braccetto con la parola “prevenzione”.

Purtroppo, entrambe le parole non ci piacciono.

Siamo spesso abituati ad accorgerci del nostro corpo quando i segnali che ci invia sono fin troppo chiari.

Ci accorgiamo del sovrappeso quando non ci entra più nessun vestito.

Ci accorgiamo che i nostri denti non stanno bene quando il dolore è tale da non dormire.

E ci accorgiamo della nostra schiena quando rimaniamo bloccati nel raccogliere un calzino da terra.

In realtà, oltre alla schiena, trascuriamo tanti altri segnali del nostro corpo. Ma la schiena (ed il collo) sono quelli più evidenti e spesso più invalidanti.

immagine da unadonna.it
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PERCHÈ È COSÌ IMPORTANTE L’AUTOTRATTAMENTO?

L’autotrattamento è paragonabile all’allenamento sportivo.

L’allenamento serve a migliorare il gesto e la propria capacità sportiva.

Allenare la respirazione significa avere prestazioni migliori e, per esempio nella corsa, ossigenare i tessuti e soffrire meno la fatica.

Allenare l’elasticità muscolare può rendere più fluido (e quindi più naturale e ben riuscito) un gesto atletico.

OK. TANTE BELLE PAROLE SULL’ALLENAMENTO. MA L’AUTOTRATTAMENTO?
Parliamoci chiaro: il trattamento che esegue l’osteopata o il fisioterapista talvolta non basta per guarire. Così come non basta andare un paio di volte in palestra per imparare uno sport.

Proviamo ad immaginare come si genera un “colpo della strega”. Ne avevamo già parlato in questo articolo, ma ripetere fa bene!

Innanzitutto immaginiamo che i nostri muscoli e tutti gli altri tessuti connessi ad essi siano un vestito.

Un bel vestito, fatto su misura dal sarto.

immagine forbice

In realtà i sarti siamo noi stessi. E siamo anche lavanderia e stireria.

Immaginiamo ora che, a forza di lavare e stirare, il nostro vestito perda elasticità in alcuni punti: diventa più stretto sotto le ascelle, tira un po’ troppo sull’addome e sulla schiena, si accorcia sul collo.

Se il vestito si modifica e, ciononostante, noi proseguiamo a muoverci come se fosse nuovo, si rischia lo strappo.

Quando il vestito si strappa o si scuce, ecco che corriamo ai ripari.

Andiamo da un altro sarto (l’osteopata) e ci facciamo rammendare il vestito.

Ora, lì per lì è tutto a posto. La manica è stata ricucita, i bottoni sono stati rinforzati e la chiusura lampo sale e scende che è una bellezza.

Torniamo a casa con il nostro vestito riparato e tutto va bene.

AUTOTRATTAMENTO: TRATTARE BENE IL NOSTRO CORPO.

Ora che siamo a casa, è importante fare in modo che il vestito non si strappi più. Anche perché il sarto-osteopata ha fatto il possibile con il tessuto che gli abbiamo portato. Non ci ha realizzato un vestito nuovo di zecca! È sempre il nostro vestito che ha 35/40 anni!

Dovremo quindi attuare tutta una serie di accorgimenti per mantenere il vestito in buono stato e ottenere risultati

1 – ridurre al minimo gli strappi/rotture/buchi

2 – migliorare la funzionalità del vestito

3 – rendere il vestito adeguato alle ulteriori modificazioni che avverranno nel tempo

Traduciamo tutto ciò.

L’AUTOTRATTAMENTO HA SCOPI FONDAMENTALI

– Innanzitutto mantiene e rinforza l’informazione percettiva che il trattamento osteopatico o di rieducazione posturale ha fornito al nostro corpo.

Se ogni giorno ripetiamo un esercizio di allungamento o di riequilibrio articolare, il nostro corpo prenderà coscienza e interiorizzerà quella correzione

– Poi, dopo aver rieducato il nostro corpo, si renderà più veloce la guarigione dei tessuti.

Autotrattamento può voler dire anche miglioramento della vascolarizzazione di alcune strutture e quindi un adeguato scambio tra sostanze nutritive e sostanze da rimuovere

– Inoltre, dopo che il nostro corpo avrà imparato e automatizzato i nuovi comportamenti muscolari e posturali, si ridurranno notevolmente le visite dall’osteopata!

AUTOTRATTAMENTO: CI SONO RISCHI?

Come ogni cosa bella, anche l’autotrattamento ha il rovescio della medaglia.

Ripetere a casa gli esercizi suggeriti dall’osteopata non è una operazione meccanica e robotizzata.

È una attività che sottintende una cura ed una attenzione specifica.

Quindi, se stiamo in ritardo, non facciamo quei 4/5 esercizi solo per pulirci la coscienza e non sentirci in colpa con noi stessi. Meglio farli quando saremo più tranquilli e potremo quindi dedicarci con maggior cura.

autotrattamento

Se abbiamo dei dubbi sull’esecuzione, non esitiamo a chiedere spiegazioni al nostro osteopata. Un esercizio fatto male può essere peggio di un esercizio non fatto.

Rimanendo nella metafora del vestito, pensate a quanta cura mettete nel lavare e stirare i vostri capi migliori.

Addirittura non esitate a portarli in lavanderia quando avete dei dubbi su come vadano trattati!
E allora perché non facciamo lo stesso anche con il nostro corpo che è un vestito preziosissimo?

Perché aspettare di rimanere bloccati?

Concludo con la frase che si trova un po’ ovunque…ma che secondo me è molto adatta all’argomento di oggi

Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita

*immagini da guidasalute.it e unadonna.it

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