di Renzo Spanu
OGGI VI SPIEGHERO’ COME ARRIVA IL COLPO DELLA STREGA.
Sfogliando i risultati che propone un qualsiasi motore di ricerca, si trovano teorie fantasiose ma anche alcune che sono corrispondenti alla realtà.
La tesi più accreditata è quella relativa ad una contrattura dei muscoli paravertebrali che genera un blocco acuto (con spasmo anche delle strutture vascolari e relativo dolore).
In realtà, non voglio scendere nei particolari della genesi immediata del colpo della strega.
Per capire meglio PERCHÈ venga il colpo della strega è necessario parlare di due concetti che possono essere considerati alla base dell’osteopatia e della rieducazione posturale secondo Mezieres.
Il primo concetto è quello di “fascia” e di tessuto connettivo.
In grandi linee, il tessuto connettivo supporta, connette e separa organi ed altri tessuti del corpo.
Quindi, quando si parla di “fascia” si intende il tessuto connettivo che avvolge, supporta, dà inserzione, separa e include muscoli ed altri organi.
in quest’immagine, potete vedere come la fascia avvolge i vari gruppi muscolari
Tra le molte differenziazioni del tessuto connettivo, cito solo i due estremi:
- il sangue
- le ossa
Immaginiamo allora la fascia e tutto ciò che contiene come un “abito muscolare” (se ne era parlato anche in questo articolo sul sito dell’EOP, la scuola di osteopatia fondata a Roma da Alain Bernard). Un vestito molto particolare perchè cresce insieme a noi e subisce numerose modificazioni.
Il secondo concetto è quello di “unità”.
Unità intesa come assenza di interruzione in un sistema.
Didatticamente, infatti, si studiano i muscoli, i tendini e i legamenti come entità distinte. In realtà, si tratta del medesimo tessuto che si differenzia e si specializza durante lo sviluppo.
MA PERCHÈ VIENE IL COLPO DELLA STREGA?
Torniamo al nostro “abito muscolare” e facciamo un esempio alla Scrocknroll.
Ipotizziamo di avere un abito, o meglio, una tuta monopezzo. Questa tuta ci protegge, ci aiuta, ci fa fare cose meravigliose (un po’ come la tuta di Spiderman).
Però questa tuta ha una particolarità: reagisce molto a come la trattiamo.
Se sbagliamo lavaggio, se lo usiamo poco, se lo usiamo male la tuta tende a creare delle pieghe, dei punti in cui si infeltrisce e si restringe.
Quindi, nel tempo, potrebbe diventare stretta su di un gomito, corta su una caviglia, attillata a livello del punto vita.
E qui si immette il concetto di unità: la tuta è un tutt’uno.
Quindi, se la tuta è troppo stretta sulla spalla, per mettere un bicchiere nello sgocciolatoio in alto saremo costretti ad inarcare la schiena e a salire sulla punta dei piedi.
Così come, se la tuta è troppo attillata sulle cosce e sulle ginocchia, l’unico movimento possibile sarà piegarsi in avanti per raccogliere un oggetto in terra.
Alla lunga il risultato sarà questo:
- ci saranno punti della tuta sempre meno usati e sempre più infeltriti
- ci saranno punti della tuta troppo usati e sempre più lisi
Ad un certo punto, ci pieghiamo in avanti e la tuta si strappa sulla schiena.
La prima impressione è quella che la tuta non abbia retto alla flessione e che sia colpa della stoffa sulla schiena. Quindi proveremo a riparare la tuta mettendo una toppa o ricucendo lo strappo.
In realtà, lo strappo sulla schiena è stato causato dalle strettoie presenti sul bacino e sulle ginocchia. Quindi, ricucire lo strappo sulla schiena sarà solo un rattoppo momentaneo. Le tensioni continueranno e prima o poi la tuta si romperà di nuovo, o sullo stesso punto o da un’altra parte.
TORNIAMO AL NOSTRO COLPO DELLA STREGA.
Quando ci pieghiamo rapidamente ed inaspettatamente per raccogliere un oggetto in terra, sottoponiamo la nostra fascia ed il nostro tessuto connettivo ad una tensione improvvisa. Se disponiamo di una fascia che è stata “istruita” ad essere elastica, reattiva ed a essere usata in modo adeguato, non ci saranno grossi problemi.
Al contrario, se la nostra colonna lombare è costretta a sostituirsi troppo spesso alle articolazioni delle anche e delle ginocchia, prima o poi la muscolatura reagirà in modo incontrollato generando una contrattura dei muscoli per mettere in difesa quella regione.
COSA POSSONO FARE L’OSTEOPATIA E LA RIEDUCAZIONE POSTURALE SECONDO MEZIERES PER IL COLPO DELLA STREGA?
L’osteopatia e la rieducazione posturale Mezieres hanno in comune una lettura globale dell’individuo.
Entrambe cercano di individuare i punti nei quali la nostra “tuta muscolare” si è infeltrita. Lo scopo è quello di rendere più liberi i tessuti che hanno subìto modificazioni: in questo modo, tutte le strutture collegate alla zona accorciata otterranno un beneficio. Ed il beneficio è legato proprio alla continuità della fascia che trasmette, in bene ed in male, tensioni ed accorciamenti anche a zone anatomicamente distanti.
La marcia in più dell’osteopatia è inserire nella globalità di Francoise Mezieres anche gli organi interni e una particolare attenzione al sistema nervoso ed al sistema vascolare (arterie/vene/vasi linfatici). Infatti, queste strutture sono ospitate proprio all’interno della fascia e quindi subiscono anche loro le tensioni, i traumi e gli accorciamenti che arrivano sulla fascia.
Impariamo allora a prevenire il colpo della strega, occupandoci anche di ciò che sta a distanza ma che influenza comunque!