di Dario Vitale
L’attività didattica di questi anni, il confronto con allievi e docenti, la lunga frequentazione con alcuni grandi dell’Osteopatia, mi hanno portato a interrogarmi a fondo su cosa significhi essere osteopata.
Queste sono alcune delle risposte che mi sono dato.
Essere osteopati non dipende dal tipo e dalla quantità di tecniche che si conoscono ma dal saper ragionare sui tre legami e dal saper guardare ai problemi con uno sguardo sistemico.
La bravura di un artigiano non si misura dal numero e dal tipo degli attrezzi che possiede ma da come li sa usare.
Essere osteopati non significa fare un corso al mese, ma lavorare e studiare per affinare gli strumenti che già si possiedono.
Anzi molto spesso chi rincorre sempre nuove tecniche è perché non ha fiducia nelle proprie.
Essere osteopati non significa pensare di poter curare tutto, ma sapere affrontare e risolvere in maniera efficace (e, quando è possibile, rapida) i problemi per cui le persone si rivolgono ad un osteopata (e saper demandare – quando occorre – ad altri professionisti).
Christhian Williame, uno dei maggiori esperti dell’osteopatia viscerale in Europa e conosciuto come tale, ci diceva che la maggior parte delle persone che si rivolgono a lui lo fanno in merito a problemi strutturali (lombalgie, cervicalgie, radicoliti, problemi di spalle, ginocchia ecc.).
Essere osteopati non significa avere i soldi come obbiettivo primario, ma essere ben consci che il successo professionale è un effetto collaterale, naturale e imprescindibile, per chi lavora bene e con passione.
Lo diceva il mio maestro, Alain Bernard, che aggiungeva: “Se volete giudicare una scuola andate a vedere gli studi di quelli che ci insegnano, se non sono pieni fatevi qualche domanda”.
Essere osteopati significa infine affrontare, per risolverli, i problemi di insicurezza, maturando il prima possibile la consapevolezza che una salda identità professionale non è legata nè ad un pezzo di carta su cui è scritto DO ne alll’appartenenza ad una associazione di categoria.
La fiducia in se stessi, come professionisti e come individui, si conquista solo attraverso un lavoro interiore. Nella misura in cui noi, più vecchi del mestiere, l’abbiamo già fatto, siamo qui per darvi una mano a farlo a vostra volta.