di Dario Vitale
Voglio commentare – con qualcuno ho già avuto occasione di farlo a voce – alcuni episodi verificatisi durante le verifiche di fine anno, da leggersi come sfasature nell’evoluzione della nostra struttura didattica.
Mi riallaccio ad un mio post precedente per ribadire ancora che il nostro obiettivo di scuola è di fornire ogni nostro “utente” di un bagaglio teorico e pratico che lo renda capace di praticare l’osteopatia.
Per questo cerchiamo di adottare strategie didattiche diverse tenendo conto delle capacità e dei tempi – sempre diversi – di ogni allievo.
In quest’ottica le prove di fine anno servono a verificare insieme se stiamo raggiungendo lo scopo o se è necessario rivedere delle parti teoriche, rifare delle pratiche, colmare delle lacune.
Il “due pesi e due misure” – di cui qualcuno si è lamentato con me – deve diventare piuttosto “mille pesi e mille misure” a testimoniare la nostra ambizione di prestare un servizio sempre più “personalizzato” che renda il più possibile agevole l’apprendimento della difficile arte dell’osteopatia.
Fare un confronto con altri allievi serve a poco e può anche essere dannoso per l’autostima di ciascuno. La competizione deve essere con se stesso non con gli altri e dovete fidarvi /affidarvi al giudizio dei docenti che sono là per aiutarvi a stabilire il vostro grado di preparazione
Sono concetti che stanno facendo un po’ di fatica a passare sia tra gli allievi, ma anche tra i docenti, in particolare qualche “giovane”.
Da questo – insieme alla rivalutazione generale fatta a Procida – sono risultati alcuni cambiamenti negli esiti delle prove.
Per rispondere ad un po’ di sconcerto ed a qualche protesta una sola considerazione: una lacuna va individuata e va colmata – noi siamo qui per aiutarvi.
Un diploma non serve a niente (con Peppino scherzavamo sull’idea di metterlo a disposizione di chi lo voleva sul sito, da stampare) se non corrisponde ad una reale preparazione tecnico-teorica.
Il gioco è che voi diventiate, tutti, dei buoni artigiani dell’osteopatia. Cerchiamo di giocarlo insieme senza fraintesi e senza ambiguità.
p.s. andatevi a guardare questo video molto commovente, sopratutto ascoltate con attenzione quando parla di qualcosa che ci riguarda da vicino: dice più o meno:
“Quando fai qualcosa di sbagliato e nessuno si prende la briga di dirtelo, significa che è meglio cambiare aria. Chi si prende la briga di dirtelo lo fa perché ti ama e ti ha a cuore”.
😉