di Dario Vitale
Due righe per ribadire un concetto che, pur fondamentale, stenta a passare e dalla cui cattiva interpretazione nascono conflitti e malumori che non hanno ragione di esistere.
Tutto nasce da termini – scuola, esami, rimandare, bocciare – usati per comodità e consuetudine, ma assolutamente inadatti, inadeguati alla nostra realtà e fonte di malintesi.
La nostra scuola non fornisce un titolo – come del resto tutte le altre scuole di osteopatia italiane – ma una formazione.
Il titolo (che non ha valore legale per la mancanza di un riconoscimento ufficiale della pratica osteopatia) acquista una valenza di marchio di qualità solo se siamo capaci di garantire il necessario rigore nell’attribuzione dello stesso, rilasciandolo solo agli allievi che padroneggiano le capacità teorico-pratiche necessarie per essere osteopata.
D’altronde un titolo senza preparazione non è neanche negli interessi dell’allievo.
Pensate ad una scuola che vi rilasci un titolo altisonante (casomai sponsorizzato da qualche università) e che non fornisca la corrispondente conoscenza, (perché, non dimenticatelo, è nei risultati che si giudicherà il vostro livello professionale) Quel titolo sarebbe, anche se molto colorato, solo carta straccia.
La logica degli esami e delle promozioni va riletta alla luce di queste considerazioni
Cosa succede quindi quando in una verifica ci troviamo di fronte a lacune più o meno importanti?
Avvisiamo il nostro utente del problema e cerchiamo di trovare il modo più idoneo per colmare le suddette lacune.
Per cui “rimandare” a settembre la verifica di una materia o addirittura fermare l’allievo per un anno in caso di situazioni più profonde e preoccupanti non è un fatto punitivo. Non ci sono i professori che puniscono l’allievo perché non ha studiato. Non è il nostro compito. Quello che trovate sono dei “preparatori” che oggettivamente riscontrano dei problemi e vi segnalano la necessità di risolverli prima che sia tardi. Perché le lacune accumulate vi porterebbero in una situazione di confusione tale da rischiare di abbandonare il percorso con grave nocumento per il vostro tempo, il vostro portafogli, ma soprattutto la vostra autostima
E non conviene neanche di stare a fare troppi confronti con gli altri colleghi perché quello cui noi tendiamo è di personalizzare il più possibile la nostra formazione, tenendo conto dei tempi e delle difficoltà di ognuno e dell’obiettivo finale comune, formare dei professionisti, degli osteopati con la O maiuscola.
dario vitale
P.S.: Non so quanto tempo ancora dovrò ribadire questi concetti, ma mi perdonerete se continuerò a farlo perché sono alla base di tutta la nostra logica didattica.